piccola-gerusalemme

“Un caleidoscopio di emozioni” e una scrittura mai retorica e mai compiaciuta: così scrive Moni Ovadia nella prefazione del libro “Piccola Gerusalemme” di Elettra Stamboulis, illustrato da Angelo Mennillo, prima pubblicazione della nuova collana Cartographic di Mesogea (leggi l’intervista). La prima tappa del viaggio, lungo il mondo del fumetto e lungo le rotte meridiane, come spiega Anita Magno in questa intervista.

“Piccola Gerusalemme” ha inaugurato la nuova collana di Mesogea Cartographic: in linea generale, su cosa verterà? E perché la scelta di questo nome?
«Per rispondere a questa domanda, ecco la descrizione della collana: “Cartografia e fumetto, apparentemente così diversi, sono rappresentazioni simboliche ma veritiere del mondo. Entrambi sono l’interpretazione e la traduzione della geografia che viviamo quotidianamente, laddove per geografia s’intende il rapporto tra spazio e pensiero che fanno di una percezione un racconto. Cartografia e fumetto sono immaginazione pura al di là del segno grafico, sono viaggio e curiosità oltre la parola”. Cartographic è una mappa del tesoro, anzi dei tesori che riserva il mondo del fumetto e delle graphic novel. Come cartografi, gli autori di questa collana si muoveranno lungo le a volte quiete e altre volte agitate rotte meridiane, tracciandone essi stessi di nuove o ripercorrendone di già note, sfruttando come un vento favorevole l’originalità trasversale che è propria di questo genere sempre più letto in Italia».

piccola gerusalemmeCosa racconta il libro “Piccola Gerusalemme”?
«Dopo la caduta del muro di Berlino, Romanos, giovane glottologo di origine greca, nato e cresciuto in Bulgaria, torna a Salonicco, un luogo che gli appartiene per memoria familiare ma che fatica a decifrare. Il suo viaggio, attraverso un flusso di coscienza di immagini e parole, tocca la storia più recente della Grecia moderna, la lunga guerra civile alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la shoah della comunità ebraica di Salonicco, ma anche la sua storia ottomana».

Poche righe dall’incipit…
«Per un certo periodo pensavo di fare l’ingegnere. Poi improvvisamente quando i peli del pube erano diventati tanti, cambiai idea e decisi di intraprendere una strada che lasciò quasi tramortita la mia famiglia. Responsabile di questo cambiamento fu mio padre. Ricordo esattamente il momento in cui avvenne questa specie di rivoluzione».

La prefazione è a cura di Moni Ovadia. Com’è nata questa collaborazione?
«Abbiamo avuto il piacere di conoscere Moni Ovadia grazie alla preziosa collaborazione di Gigi Spedale, presidente della rete teatrale Latitudini, in occasione di “SabirFest”, il festival sulla cultura e la cittadinanza mediterranea che si svolge a Messina e Calabria da 5 anni, di cui Mesogea è tra i promotori e organizzatori.
Scrive così Moni Ovadia nella prefazione del libro: “L’opera di Elettra Stamboulis illustrata da Angelo Mennillo mi ha letteralmente stravolto scatenando in me un caleidoscopio di emozioni e di iridescenze difficilmente traducibili in parole, nella loro incompiutezza”. “Il raccontare di questa intensa scrittrice è ellittico continua Ovadia , mai retorico e meno che meno compiaciuto, non cede a nessun mito. Le illustrazioni grafiche di Angelo Mennillo si declinano con le descrizioni, i dialoghi e le riflessioni del protagonista Romanos con un’asciuttezza dolente, componendo un fare letterario originale sulla visualità delle parole e dei grafemi”».