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Nella sua libreria Pescebanana, Umberto Bruno, ospita esclusivamente libri pubblicati da editori indipendenti, gli altri bisogna richiederli. La sua è una scelta coraggiosa spinta da un’idea precisa: fare conoscere l’editoria indipendente, “creare la domanda”, tramite presentazioni, circoli di lettura e molte altre attività.

Cosa significa gestire una libreria indipendente oggi in Sicilia?

«La Sicilia, per quanto se ne dica, è una terra accogliente, soprattutto per quanto riguarda le
relazioni. La libreria, nella sua vocazione più intima, è proprio il luogo dove l’incontro fra le persone avviene abbracciando diversi livelli di rapporto, primo fra tutti quello fra il lettore e la pagina scritta, che a sua volta testimonia il vissuto di altri uomini. Che si legga per approfondimento culturale o per puro intrattenimento, alla base di tutto c’è sempre questo necessario rapporto di condivisione e corrispondenza, nel quale uomini lontani anche centinaia d’anni costruiscono un legame e interagiscono fra loro. Gestire una libreria indipendente in Sicilia significa proprio rendere prezioso questa relazione fra gli uomini. Tentare, nei limiti delle proprie possibilità, di fornire un differente approccio al mercato del libro, che oramai sembra del tutto disumanizzato, creando occasioni d’incontro, accoglienza e di relazione appunto, anche creando un luogo che possa suscitare meraviglia, dove l’avventore possa rifugiarsi e percepire quest’importante differenza fra un negozio comune e una libreria».

Da quale idea o ideale nasce la libreria Pescebanana? Perché la scelta di questo nome?
«La libreria Pescebanana nasce dal desiderio di fornire un’occasione d’incontro in più per tutti
quei catanesi che ancora poco conoscono l’editoria indipendente. Il Pescebanana poi è un’invenzione narrativa del grandissimo scrittore americano J.D. Salinger, il quale nel suo “Un giorno ideale per i pescibanana” racconta la storia di un uomo e del rapporto speciale con una bambina incontrata in una spiaggia. L’uomo non è fra i più felici, eppure con i suoi “pescibanana” regala un’avventura indimenticabile alla spensierata ragazzina. La libreria quindi intende fare proprio questo: favorire quel tipo di relazioni capaci di regalare meravigliose avventure».

Mantenere alta l’attenzione è difficile: come fare la differenza e attirare nuovi lettori/clienti?
«Puoi fare la differenza solo se coinvolgi il cliente in prima persona, se è lui stesso partecipante e protagonista di una realtà che lo accoglie e lo appassiona. E questo può avvenire principalmente creando occasioni nelle quali può esprimersi: circoli letterari, gruppi di lettura, cineforum, corsi di scrittura e ogni tipo di attività capace di generare quel movimento necessario fra il lettore e la sua passione per il libro».

Perché la scelta di ospitare solo editori indipendenti? Qual è la tua idea in merito all’editoria indipendente siciliana?
«Ho scelto gli editori indipendenti proprio perché sono piccole realtà che fanno un lavoro che il più delle volte non viene considerato o ripagato abbastanza. Propongono autori molto capaci, riedizioni di classici dimenticati, libri che nell’impaginazione e nella scelta delle copertine sono molto curati e soprattutto esprimono un’identità ben precisa. Il mercato del libro tende a privilegiare sempre gli stessi editori e gli stessi libri, così da non favorire la bibliodiversità. Non
che i “grandi editori” non abbiano tutte le caratteristiche per le quali prevalgono nel mercato
editoriale, anzi, ma quando vengono creati gruppi economici insuperabili, dei quali se non ne fai parte rischi di scomparire, ecco che lo spazio in libreria, come in tutta la filiera del libro (promozione, distribuzione, ecc…), è di esclusiva presenza sempre dei “più conosciuti”.

La libreria Pescebanana ha scelto invece coraggiosamente di privilegiare le piccole realtà, così da differenziarsi e creare la domanda. L’editoria indipendente siciliana ha grandi meriti già nel passato ed è motivo, anche per i nuovi, di promettenti realtà editoriali. Penso alle palermitane Glifo, Aut Aut, Giulio Perrone, alle catanesi Rossomalpelo, Splēn, Prova d’autore, la siracusana Verbavolant alle Edizioni Arianna nelle Madonie e a molti altri».

Pensi ci sia un pregiudizio di fondo nei confronti dell’editoria indipendente siciliana?
«Più che un pregiudizio credo in realtà si tratti delle solite difficoltà economiche di un territorio sempre maltrattato e poco valorizzato, soprattutto nelle sue espressioni artistiche».

Tre libri, pubblicati da case editrici indipendenti siciliane, che consigli ai lettori.
«Tre sono davvero pochi ma ci proverò: “Zia Favola” di Cono Cinquemani pubblicato da Aut Aut Edizioni (primo romanzo in lingua siculish); “Imperial 290” di Barbara Mileto pubblicato da Splēn Edizioni narrato in prima persona da un pianoforte abbandonato sulla spiaggia dell’east river); “La felicità della cornacchia” di Marcella Guaia edito da Glifo Edizioni».