21 editore

Sara Pira di 21 editore. Cosa significa essere editore indipendente a Palermo?
«Per un verso è un vantaggio perché la nostra è una città ricca di talento narrativo e di scrittori come, solo per citare alcuni dei più recenti, Giorgio Vasta, Roberto Alajmo, Santo Piazzese, Gian Mauro Costa o Giosuè Calaciura. Per altri è uno svantaggio, perché il mercato editoriale più ricco si trova nell’Italia settentrionale, con Milano che da sola compra più libri che tutto il resto d’Italia. I maggiori distributori editoriali, le fiere librarie più importanti sono tutte nel centro-nord, questo impone sotto vari aspetti all’editore meridionale costi altissimi. È costosissimo spedire i libri ai distributori, partecipare alle fiere, insomma logisticamente è un disastro».

Da dove nasce l’idea del nome “21 editore”?
«Dall’articolo 21 della Costituzione repubblicana ma anche da altre suggestioni (21 sono le lettere dell’alfabeto, il secolo in cui viviamo è il ventunesimo). E poi 21 è considerato il numero della perfezione perché è il prodotto che si ottiene moltiplicando due numeri sacri, il 3 e il 7».

C’è una citazione, un autore, un’immagine che rispecchia o è di ispirazione per il lavoro della casa editrice?
«La citazione è sicuramente il nome della nostra collana di storia antica “Aspettando i barbari”, una celebre poesia di Konstantinos Kavafis ma anche il titolo di un romanzo di successo dello scrittore sudafricano premio Nobel, John Maxwell Coetzee.  Esprime la nostra filosofia: diffondere cultura e conoscenza, malgrado tutto. Un autore è certamente Roger Jon Ellory (da non confondersi con Ellroy) il carismatico, straordinario scrittore inglese inventore dello slow motion thriller del quale abbiamo pubblicato 4 bellissimi romanzi».

Scegliere un manoscritto: quali caratteristiche cercate in un autore?
«Dipende. Noi pubblichiamo quattro collane, due sono di saggistica (“Aspettando i barbari” e “Controstoria”), dedicate alla Storia, e qui quel che conta è, oltre all’affidabilità scientifica anche la capacità di divulgazione perché i nostri libri non sono diretti agli accademici ma ad un pubblico colto non specialista, gli appassionati della materia. Le altre due collane invece sono di narrativa e gialli (Nautilus e Penarol) e qui conta non solo sapere scrivere ma anche avere qualcosa di nuovo da dire. Della classica indagine del commissario di turno per esempio, non ci interessa pubblicare alcunché».

Qual è la stata la prima pubblicazione di 21 editore? Perché la scelta è ricaduta su questo testo?
«La nostra prima pubblicazione è stato un giallo dal titolo “Dov’è Anna?”, un romanzo tratto da uno sceneggiato Rai di successo degli anni 70. Lo abbiamo scelto perché il titolo legato alla televisione ci avrebbe consentito una certa visibilità mediatica, cosa che per una casa editrice nascente è di fondamentale importanza».

Prossimo libro in uscita.
«Abbiamo appena pubblicato “La strada per l’inferno” l’ultimo di quattro straordinari romanzi scritti da Roger Jon Ellory e pubblicati nella nostra collana Peñarol. Ellory è un autore di thriller che in Francia e Gran Bretagna vende milioni di copie ma in Italia non è ancora apprezzato a sufficienza».