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“Apocrifo Siciliano” è il titolo del primo numero di Cariddi Rivista Vorace, nata dal lavoro collettivo di giornalisti, scrittori, illustratori, critici letterari e fotografi, e pubblicata dalla Rossomalpelo Edizioni di Catania. Cariddi (leggi comunicato stampa) esplora le mille facce di una Sicilia dimenticata, occulta, «sospesa tra le molteplici magie del fantastico e le illusioni della realtà». A impreziosire il numero, la copertina da collezione illustrata dall’artista catanese Chiara Nott che suggerisce, nel suo consueto stile onirico, la nascita di Cariddi. La rivista si trova in libreria a Catania, Palermo, Siracusa e a Trapani. È, inoltre, possibile ordinarne una copia scrivendo alla casa editrice o seguendo le istruzioni presenti sul sito. Di seguito uno degli articoli di apertura a firma di Rosario Battiato.


Apocrifa è la vita

di Rosario Battiato

In falsità, bisogna pur dirlo, la ragione primigenia del tema di questo numero risponde agli strani capricci del destino. O della magia. Cose che sono i libri sanno provocare. Tutto comincia dall’unica lettura consapevole di questo lotto folle che mi ha rincorso per qualche giorno. Rileggo, a diversi anni di distanza, gli Apocrifi sul caso Crowley di Sciascia, vecchio racconto contenuto nella raccolta Il mare colore del vino dell’Adelphi. Non c’è una ragione speciale, cercavo solo qualcosa da rileggere, e di breve, e m’era apparso lui, come un fantasma ribelle tra le file di libri.
È la chiave che apre le porte del precipizio. Dallo scaffale inquieto e inquietante dei libri in lettura, spunta un fumetto dello scorso ottobre – da settembre è nata mia figlia e sono diventato più irregolare del solito – ed è un Dampyr della Bonelli, di cui sono affezionato collezionista da 18 anni, cioè dalla sua uscita, si chiama Il Suicidio di Aleister Crowley (scritto da Boselli e disegnato da Cropera). Al contrario, non sono un abituale lettore di Martin Mystère, eppure, preda di uno strano impulso, compro Il custode delle cinque vette (scritto da Castelli e disegnato da Ongaro) e lo lascio a macerare per un po’. Lo leggo subito dopo il Dampyr e mi ritrovo di nuovo Crowley, stavolta nella veste dell’appassionato di alpinismo (nel 1906 partecipò a una scalata sull’Himalaya).
Passano un paio di giorni, arriva un pacco. Di solito sono libri. Con mia moglie ci facciamo sorprese del genere, peschiamo libri fuori edizione da venditori online – ci meravigliamo sempre di come la gente dia via vere perle per due lire – che pensiamo possano piacere all’altro e ce li facciamo spedire a sorpresa. Lei mi conosce molto più di quanto io conosca me stesso. O perlomeno conosce le mie letture, che è la stessa cosa. Mi fa recapitare una trilogia pazzesca: I classici della magia nera, anno 1971, edizione Longanesi, curati da Peter Haining che, nella dedica, scrive, e quasi mi commuovo, “per August Derleth (uno dei più grandi ammiratori/epigoni di Lovecraft, ndr) che avrebbe potuto compilare quest’opera meglio di me”, e poi I classici dell’Occulto (1972) e I Classici dell’Altro Mondo e di Altri Misteri (1970), curati da Kurt Singer. La sera scartabello il primo volume, quello sull’occulto. Scorro i titoli, leggiucchio qualcosa, poi vedo che Haining sceglie, tra i grandi classici, Il sacerdote nero di Dennis Wheatley, grande autore scomparso verso la fine degli anni Settanta e oggi purtroppo largamente dimenticato, e L’iniziazione di Aleister Crowley. Il primo, con pretese di verosimiglianza, racconta storie su Crowley, con passaggi anche sull’esperienza dell’Abbaye de Thelema, il nome dato a Villa Santa Barbara di Cefalù dallo stesso esoterista, che l’aveva scelta come teatro del culto della sua comunità di adepti. È una versione, a suo modo cronachistica, proprio come quella Sciascia, che racconta l’esperienza e l’espulsione dell’inglese dall’Isola, ma che vira su colori decisamente più neri. Il secondo è un testo dello stesso Crowley che descrive, con dovizia di particolari, una cerimonia satanica.
In mezzo a tutto questo, in casa editrice, tra le varie proposte dell’anno, si vocifera di far rinascere Cariddi, un progetto lanciato più di un anno fa e mai realmente decollato. Scegliamo un tema generico, eppure preciso: la Sicilia vista al contrario, di sotto, di lato, di sbieco. Arrivano le prime collaborazioni: ci sono Sciascia, le catacombe, l’avventura, le fiabe, i giganti, il mistero, il gotico, la frontiera che si sposta, l’ingenua visionarietà di certi personaggi di un Sud mai povero di magia. Gorgheggia, insomma, la menzogna della letteratura.

Il cerchio, così, va chiuso. Propongo Apocrifo Siciliano per quella prima lettura, per quello schioppo iniziale. La proposta passa in redazione. Forse sono tutti stregati da Crowley? Io questo non lo so, forse non lo sanno nemmeno loro, gli altri tre compagni di ventura. Il resto è questa rivista-libro che avete in mano. Che sia tutto vero o falso, poco importa. Non ci sono versioni ufficiali, qui è tutto apocrifo.

 

 

cariddiCariddi – Rivista vorace

Cariddi è una webzine periodica costituita interamente da libri letti.

Il primo numero di Cariddi, dal titolo “Apocrifo siciliano”, è un viaggio alla scoperta delle molteplici facce della Sicilia. Al suo interno troverete narrazioni di scrittori dimenticati, duelli inaspettati, tour sotterranei, luoghi oscuri, racconti degeneri e molto altro. Tante prospettive isolane: tutte ovviamente false.