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Un’intervista a Gaetano Schinocca, Giovanni Fazio, Marco Tomaselli, editori della casa editrice indipendente di Catania Rossomalpelo, che hanno avviato il progetto per dare voce ai dimenticati. Proprio come il giovane Rosso Malpelo della novella verghiana, sottovalutato ed emarginato da tutti, ma poi temuto una volta scomparso nelle profondità della cava.

Cosa significa essere una casa editrice indipendente a Catania?
Gaetano Schinocca: «Un’opportunità di crescita. Nostra, prima di tutto, a livello personale e culturale: siamo convinti che questa nostra iniziativa possa darci esperienze che non possono non farci crescere a livello intellettuale. Ma non riguarda solo noi, riguarda anche la città. Catania ha sempre avuto un fermento culturale importante che riguarda tutte le arti, dalla musica alla letteratura, passando per il teatro e la pittura. Quando abbiamo studiato il progetto ci siamo chiesti cosa mancasse a questa città dal punto di vista editoriale, e quello che – a nostro modo di vedere – mancava coincideva esattamente con quella che volevamo fosse la nostra linea editoriale. Noi vogliamo dare voce ai dimenticati, ai fatti nascosti, fare emergere scrittori possibilmente del territorio che per logiche di mercato non trovano spazio: impegno civile e passione letteraria, il tutto cercando di mantenere un’alta qualità del prodotto libro, questa la nostra sfida».

Da dove nasce l’idea di Rossomalpelo Edizioni?
Gaetano Schinocca: «Abbiamo unito una passione in comune, quella per la letteratura, alla ferma volontà di poter fare qualcosa di nostro, di poter prendere le nostre decisioni indipendentemente. Il mercato del lavoro non sembra offrire molte opportunità: perché non creare una realtà da zero? La proposta è partita come per gioco, quasi una provocazione ma ci siamo messi subito a lavorare al progetto».

Esiste una citazione, un autore, un’immagine che rispecchia il lavoro della casa editrice?
Giovanni Fazio: «Sembra un’ovvietà, ma penso sia perfetto per spiegare i nostri obiettivi: parlo del personaggio letterario che omaggiamo tramite il nome della casa editrice, il giovane Rosso Malpelo della novella verghiana, il sottovalutato per antonomasia, da tutti emarginato, ma poi temuto una volta scomparso nelle profondità della cava.
Poi, personalmente, a me piace la citazione di Bertolt Brecht che Nicola Musumarra, autore del nostro primo libro “La Resistenza italiana negata”, ha utilizzato come apertura all’opera: Quando l’ingiustizia diventa legge, la Resistenza diventa dovere».

Scegliere un manoscritto: quali caratteristiche cercate in un autore?
Marco Tomaselli: «La domanda sembra presentare un’ambiguità, perché è ambigua, e scorbutica, la questione. Come scindere il libro da chi lo scrive? In altri termini, la relazione che si innesta tra un editore e un’opera è duplice, perché riguarda sia il testo che il suo autore. Un buon soggetto, uno spunto interessante rappresentano un’ottima base di partenza, ma è chiaro che questa può progredire e giungere al risultato finale soltanto se si trova la giusta alchimia con l’autore, in modo che le sue intenzioni possano coincidere con le nostre e realizzare un’opera che possa soddisfare entrambi e, soprattutto, i lettori. Dal momento in cui abbiamo avviato questa avventura, abbiamo tenuto fede al proposito di realizzare esclusivamente opere di cui essere orgogliosi, libri che da lettori avremmo avuto piacere di leggere. Un proposito che può apparire scontato, ma che in realtà puoi realizzare soltanto se ti sei concesso il lusso di essere libero da qualsiasi condizionamento esterno, affidandoti esclusivamente al tuo istinto, alla tua visione del mondo e della letteratura. In un autore cerchiamo esattamente questo: il desiderio di appropriarsi di questa stessa libertà.

Qual è stata la prima pubblicazione di rossomalpelo edizioni? Perché la scelta è ricaduta su questo testo?
Marco Tomaselli: «La prima pubblicazione è stata “La Resistenza italiana negata”, un saggio storico che documentava gli atti di resistenza e ribellione della popolazione siciliana nei confronti dell’occupazione nazista, a seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943. La scelta non è stata casuale, bensì dettata dalla volontà di inaugurare la nostra casa editrice con un’opera forte, impregnata di sicilitudine, di quel nostro tratto caratteristico e distintivo, spiegato in maniera sublime da autori come Gesualdo Bufalino e Leonardo Sciascia, di cui, a fari spenti, desideriamo farci portavoce».

Prossimo libro in uscita.
Giovanni Fazio: «Il nostro prossimo libro, il primo romanzo edito dalla Rossomalpelo, è di un autore siciliano, Cateno Tempio, insegnante di filosofia e storia  in un liceo. Il libro si chiama “Vita in frantumi”, narra del suo anno passato da supplente a Milano, tra amori, alcol, cibo, musica e situazioni al limite del surreale. Ha uno stile che ad alcuni ricorderebbe forse Bukowski (anche se lui non vorrebbe mai somigliargli fisicamente, come dice nel libro) e ad altri forse una versione più “spinta” di Pennac. A me ricorda, con le dovute distanze, un po’ Palahniuk, un po’Irvine Welsh e un po’ anche Raymond Queneau.
Oltre questo, stiamo lavorando alla realizzazione di una rivista letteraria che abbia come obiettivo il raccontare la Sicilia non attraverso gli stereotipi ma per quello che è: una terra piena di pregi e difetti, dalle mille sfaccettature».