Mesogea

Quand’è stata l’ultima volta che vi siete sentiti schiavi (di un lavoro estenuante, di una paga misera, di una camera da letto senza finestre, di una città claustrofobica)? Raccontatelo a Mesogea: in occasione dell’uscita della nuova graphic novel, “Nero vita“, la casa editrice lancia un contest rivolto a chi abbia voglia di raccontare la propria storia di schiavitù professionale. Per partecipare c’è tempo fino all’8 dicembre.

È stata presentata in anteprima alla manifestazione Lucca Comics & Games la nuova graphic novel “Nero vita”, per la collana Cartographic, scritta e illustrata da Daria Bogdanska, fumettista talentuosa tradotta per la prima volta in italiano proprio da Mesogea.

Daria, la protagonista, è schiava del lavoro nero, ma decide di non soccombere e di passare quindi al contrattacco. Per festeggiare l’uscita della nuova pubblicazione, Edizioni Mesogea lancia un contest (leggi regolamento) mettendo in palio tre copie del libro. Saranno scelte le tre storie più divertenti e rappresentative di questa nostra strana epoca.

Nero vita

Come funziona?

Partecipare è semplice: basta scrivere un commento su Facebook sotto il post dedicato al contest o mandare una mail a cartographic@mesogea.it. Il testo non dovrà superare i 1500 caratteri, spazi inclusi. I 3 vincitori del contest saranno annunciati nei giorni successivi e riceveranno una copia del libro e una spilletta ciascuno.

Daria, nel suo “Nero vita”, racconta di una schiavitù fatta di pollo al curry e servizio ai tavoli, soldi che non bastano mai e lavori in nero, vertenze sindacali e discriminazioni razziali, anche nella civilissima e moderna Svezia. Qual è la vostra storia di schiavitù professionale?

Nero vita” è una storia autentica che nel raccontare la lotta di Daria per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori immigrati indaga l’effettiva ospitalità di una città moderna e privilegiata, con un insospettabile rovescio della medaglia. Le tavole disegnate e scritte da Bogdanska sono piccoli microcosmi in bianco e nero – specchio della vita e delle emozioni della protagonista – in cui personaggi, stanze, oggetti, strade affollano i quadri e contribuiscono a creare l’estetica punk di questa sua opera di esordio. Tra ricercate citazioni musicali ed esotici piatti bengalesi, il racconto fresco, giovane e genuino di una condizione drammatica e diffusa, ma anche quello dell’importanza dell’impegno personale e della necessità di lottare per il riconoscimento dei diritti.