scuola di metamorfosi

Da Dante a Machiavelli, da Leopardi a Anna Maria Ortese, un “umile” approfondimento lungo le tracce della letteratura italiana, lungi dall’essere un manuale scolastico: “Scuola di metamorfosi” di Attilio Scuderi, in uscita con Mesogea l’11 febbraio, è un libro dedicato a chi voglia farsi trascinare alla scoperta delle molteplici voci che, mescolate e intrecciate le une alle altre, caratterizzano la nostra letteratura. «Per guardare e leggere con altri occhi la letteratura italiana».

DANTE PARLA PRIMA CON OVIDIO
E POI CON KAFKA

All’inizio dell’Inferno Dante incontra le tre fiere; le fiere sono i simboli del dolore che genera il peccato ma non le capiamo fino in fondo se le consideriamo semplicemente la “causa” (o l’allegoria) della paura del viaggiatore. Le fiere sono la paura: la paura della lonza, o lince, è la lussuria, il vizio che piega le gambe alla nostra vita, l’impotenza di contenere emozioni e desideri che ci ossessionano e ci cancellano; la paura del leone è la violenza, il potere che vuole restare unico e solo e dunque genera, senza pace né pietà, dolore, morte, desolazione; la paura della lupa è la doppiezza, la falsità, il tradimento che colpisce anche da parte di chi ci è più caro, la corruzione di chi ha un grande potere (anche economico, come i ricchi e i banchieri) ed esercita con l’inganno delle responsabilità pubbliche. Tutta la geografia dell’Inferno è un percorso dentro questi tre territori della paura. Siamo nell’ottavo e ultimo Cerchio, nel cuore delle Malebolge, la parte più cupa dell’oltretomba infernale, il territorio della lupa. Nella settima bolgia sono puniti i ladri. Per il filosofo che Dante ammira e segue, Tommaso d’Aquino, autore della Summa Teologia, «se gli uomini continuamente si rubassero a vicenda, la società umana andrebbe in pezzi»: il furto è dunque uno dei reati più tremendi, dalla capacità di contenerlo e isolarlo dipende la nostra vita sociale, il nostro continuare a essere comunità, civiltà, humana societas. E dato che chi ruba compie una «sottrazione nascosta di ciò che è d’un altro», per contrappasso – la legge che regola le pene dell’aldilà – il ladro dovrà perdere ciò che ha maggiormente caro, più delle proprietà e delle ricchezze: perderà il suo corpo, la sua identità, il suo essere se stesso. Nella visione di Dante questo avviene attraverso una serie di dolorose trasformazioni, di degradanti metamorfosi nella sfera animale che la Bibbia, dopo l’episodio della tentazione di Adamo ed Eva narrato nella Genesi, indica come la peggiore, la più pericolosa e diabolica: i ladri sono condannati a mutarsi nelle varie e mostruose forme di rettili e serpenti.

 

scuola di metamorfosi

Scuola di metamorfosi. La letteratura italiana come provocazione”
di Attilio Scuderi

Attraverso alcune pagine della Commedia di Dante, delle lettere e dei Discorsi di Machiavelli, dello Zibaldone di Leopardi e di un romanzo di Anna Maria Ortese, Attilio Scuderi disegna la trama di metamorfosi e rigenerazioni che connette questi ad altri autori, da Ovidio, a Kafka, da Shakespeare a Canetti.
Benché sia dedicato «con umiltà a tutti e a tutte le docenti e i docenti, le studentesse e gli studenti, le lettrici e i lettori di letteratura italiana», questo non è un “libro di scuola”, ma un libro che fa scuola. Non costruisce canoni, ma dissemina tracce, immagini e pensieri, mette in ascolto di voci per vivere l’esperienza unica della letteratura. «Perché aprirsi alla conoscenza di tutte le letterature, le narrazioni e i miti che attraversano la storia dà alla nostra vita la forza insostituibile che proviene dall’amore per tutto ciò che è vivente».