Kalós

Premiata di recente dal più prestigioso ente certificatore nel campo dell’editoria, la casa editrice Kalós ha fatto del “bello” e della sua divulgazione il suo obiettivo principale. Nata trent’anni fa, nel 2018 il marchio della storica casa editrice palermitana è stato rilevato da Composervice Italia s.r.l. che ha nominato come direttore editoriale Salvino Leone, medico, docente alla Facoltà Teologica di Sicilia e scrittore.

Cosa racconta Kalós? E qual è l’origine del nome?
«Kalós (con l’accento acuto sulla “o” e non “Kàlos” come viene spesso pronunziato) è l’aggettivo che in greco significa “bello”. È stato scelto a suo tempo, non da noi ma dalla casa editrice che ci ha preceduto e che abbiamo rilevato, per delineare le finalità proprie della casa editrice cioè l’attenzione al bello e alla sua divulgazione culturale».

“La nostra cultura è il bello”. Cos’è il bello per Kalós?
«Non è facile definire il bello. È uno di quei concetti che abbiamo tutti nella nostra mente e nel nostro cuore ma, una volta che devono essere verbalizzati, troviamo difficoltà a farlo. Inoltre, il bello non è un valore assoluto ma è contestualizzato alle diverse epoche storiche, alle diverse culture, ai diversi soggetti. Ad esempio l’ideale estetico della bellezza femminile della Venere paleolitica di Willendorf propone un ideale di bellezza femminile assolutamente lontano da quello di una top model contemporanea. Possiamo dire che è bello tutto ciò che suscita una sensazione, prevalentemente ma non esclusivamente visiva esteticamente piacevole».

Quale il pregio e lo svantaggio di essere una casa editrice indipendente? E quale il pregio e lo svantaggio di esserlo in Sicilia?
«Il pregio di essere una casa editrice indipendente è insito nella stessa attribuzione di “indipendente” cioè non dipendente dai cosiddetti poteri forti, dagli orientamenti politici, dai condizionamenti economici. Significa avere la libertà di poter dire quello che si vuole con l’unico obiettivo di celebrare il bello e portare i lettori a sua migliore fruizione. I possibili svantaggi sono quelli stessi relativi ai pregi però, per così dire letti al contrario, cioè il dover contare solo sulle proprie forze senza poter far ricorso a risorse esterne e al loro aiuto».

Frugando tra i mercati di PalermoCome state affrontando questo periodo in cui la pandemia ha limitato tutti gli eventi e le presentazioni dal vivo?
«Abbiamo cercato di mantener viva la fiamma senza farla spegnere. L’attività, a ritmo
indubbiamente rallentato, è andata avanti con lo smart working per le persone che non erano in cassa integrazione, abbiamo tenuto alcuni incontri informali, pianificato le attività future per quando avremmo potuto riprendere di nuovo i nostri posti. Sono venute meno, ovviamente le presentazioni pubbliche ma è continuata la vendita on line attraverso il sito».

Avete di recente ottenuto la certificazione ISO 9001 di Bureau Veritas: prima casa editrice in Sicilia. In breve, in cosa consiste?
«La Certificazione di qualità è l’attestazione da parte di un Ente terzo che l’attività in oggetto risponde a elevati standard qualitativi. L’ente certificatore attraverso diversi incontri individuali e collettivi, valutazione dei processi operativi e dei prodotti editoriali, verifiche e controlli, alla fine rilascia l’attestato di qualità. Per noi è motivo di particolare soddisfazione perché, al di là del giudizio dei lettori e della critica, costituisce una garanzia oggettiva della qualità di quanto da noi prodotto».

Tre titoli che, negli ultimi mesi, hanno riscosso molto successo tra i lettori.
«Potrei citarne gli ultimi di alcune delle diverse collane: “Frugando tra i mercati di Palermo” di Gaetano Basile (collana Obiettivi); “Venti di Palermo” di Salvo Ales (collana Impressioni);”Natività di un sospetto” (di Bruna Pandolfo). E non dimentichiamo la nostra rivista Kalós che riscuote sempre grande attenzione e successo e il cui ritorno, dopo alcuni anni di assenza, è stato accolto con grande plauso da parte dei lettori».

L’immagine dell’articolo riprende la copertina della rivista “Kalós, l’accento sul bello” del 2019