edizioni caracol

Se essere una casa editrice indipendente vuol dire riuscire a ritagliarsi uno spazio proponendo una definita identità editoriale, Edizioni Caracol lo ha fatto scegliendo l’architettura e l’arte come settori di riferimento. Ma soprattutto ha scelto di fare luce – recuperando studi, storie e personaggi spesso dimenticati – sul patrimonio storico, artistico e monumentale che caratterista la nostra Isola. Monica Craparo racconta con quali obiettivi è nata la casa editrice di Palermo, da quali ideali è spinta, con una breve messa a fuoco sulla collana editoriale che conta più pubblicazioni.

Con quale obiettivo nasce Edizioni Caracol e da cosa dipende la scelta di questo nome?
«Caracol nasce nel 2004 dall’idea di due architetti e dottori di ricerca in Storia dell’architettura che scelgono di coniugare l’interesse per la storia, l’arte, l’architettura e il progetto editoriale nella sua interezza. La casa editrice si è mossa costantemente lungo la direzione della conoscenza del ricco patrimonio storico artistico e monumentale dell’Isola. Per far ciò, si è valsa del supporto intellettuale di numerosi studiosi, siciliani e non, che grazie alla scientificità e serietà delle ricerche intraprese, e lontano dai soliti cliché folkloristici attribuiti, hanno permesso di far emergere studi, notizie, storie, personaggi spesso dimenticati o trascurati dalle collane dei maggiori gruppi editoriali. Il nome Caracol è catalano e significa “chiocciola” ed è un termine ancora una volta legato all’architettura in quanto così venivano chiamate le scale a chiocciola, “escalera de caracol”, costruite durante il Quattrocento tra la Sicilia, la Spagna e l’intero bacino del Mediterraneo».

edizioni-caracolUna definizione di “casa editrice indipendente”.
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Un editore indipendente, essendo al di fuori delle logiche dei grandi gruppi editoriali, ha bisogno di avere una forte e specifica personalità al fine di individuare un circuito di lettori ben definito; per noi quindi significa dare “corpo” a tutti quei testi spesso considerati di nicchia perché prettamente settoriali, cioè quelli relativi al settore di architettura e arte, e renderli fruibili in modo tale da far conoscere il ricco patrimonio storico artistico e monumentale che caratterizza la nostra Isola».

Esiste una citazione o un personaggio che rispecchia o ispira il lavoro di Edizioni Caracol?
«Di Frank Lloyd Wright: Ogni grande architetto è – necessariamente – un grande poeta. Deve essere l’interprete originale del suo tempo, della sua epoca, del suo istante».

Parliamo della collana “Frammenti di Storia e architettura”.
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È la nostra collana editoriale più attiva, è infatti già arrivata al numero 21; si tratta di una collana scientifica di studi e ricerche di storia dell’architettura; ha un direttore e un comitato scientifico, spesso i testi pubblicati in questa collana sono soggetti al sistema del peer review ovvero un sistema che garantisce la qualità altamente scientifica dei testi. Qui trovano dimora gli studi più vari, da quelli dedicati a singoli monumenti a quelli su architetti o interi periodi storici, tutti però legati da un unico fil rouge che è quello della ricerca e dell’architettura».

Edizioni Caracol vanta preziose collaborazioni: c’è in programma qualche novità? Nuove connessioni, nuovi progetti?
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Sì, diverse novità in programma e nuove collaborazioni anche fuori dal contesto regionale e nazionale come ad esempio la recente collaborazione con l’Università di Barcellona».

Prossimo libro in uscita.
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Prossimamente in uscita un libro sulla storia di Palazzo Bonet oggi sede della Civica Galleria d’Arte Moderna Empedocle Restivo, ma anche un altro lavoro sui restauri dello Steri eseguiti negli settanta del secolo scorso da un gruppo di architetti guidati da Carlo Scarpa; e ancora un testo sull’Etna e sulla figura del vulcanologo Orazio Silvestri che per primo fondò alla fine dell’Ottocento il primo osservatorio di vulcanologia. Inoltre, continuiamo a pubblicare la nostra rivista di studi di storia dell’architettura “Lexicon. Storie e architettura in Sicilia e nel Mediterraneo”».